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un' attività che monitora quali sono i valori di:
Per poter misurare questi valori è fondamentale utilizzare strumenti adeguati che misurino:
Si deve eseguire nel rispetto delle UNI10389 1-2.
Innanzitutto, deve essere predisposta dall'installatore, se non prevista dal costruttore dell'apparecchio una presa mediante pozzetto di prelievo sul canale fumo (condotto di scarico) a una distanza non inferiore a due volte il diamtero del tubo di scarico e non superiore ai 100cm.
APPARECCHI GAS e/o GASOLIO UNI 10389-1
La prova prevede 3 prove in tre minuti, con l'apparecchio alla massima potenza (spazzacamino), con una temperatura fumi stabilizzata in +/- 2°C . Se la prova esce da questi parametri non può essere considerata valida.
APPARECCHI LEGNA, PELLET e Biomassa UNI 10389-2
La prova prevede con apparecchio a regime, quindi alla massima potenza, con una temperatura fumi stabilizzata in +/-5°C in 5 minuti nel caso di apparecchi a caricamento automatico (quindi pellet) e per gli apparecchi a legna (caricamento manuale UNI 303-5 quindi solo caldaie) con l'apparecchio sempre alla massima potenza, con una temperatura fumi stabilizzata +/-5°C in 3 minuti, dopo il carico della seconda carica di legna nominale. Se la prova esce da questi parametri non può essere considerata valida.
Dove deve essefre eseguito? vedi link
Il nostro personale esperto e qualificato, con attrezzatura adeguata è in grado di realizzare l'analisi di combustione su qualsiasi apparecchio/caldaia , e la prova del tiraggio minimo richiesto, da riportare peraltro obbligatoriamente nei rapporti di intervento tecnico o di efficienza energetica. .
Sì, l'analisi accompagna e completa la manutenzione ordinaria.
A fine manutenzione con i tempi previsti da ogni regione, si esegue l'analisi di combustone per verificare le prestazioni dell'apparecchio, in caso non corrispondano con quelle fornite dal costruttore di esegue una regolazione per riportare l'apparecchio nelle emissioni corrette.
Tra gli interventi di manutenzione di un apparecchio a combustione, obbligatori per quasi tutti gli apparecchi per legge, troviamo anche il cosiddetto controllo dei fumi, ovvero l’intervento destinato a verificare l’efficienza energetica dell’impianto di riscaldamento.
L’analisi della combustione dell'apparecchio (sia ad esempio caldaia a gas, legna o pellet, termostufa, stufa, caminetto) consente di verificare il rendimento dello stesso, eliminare gli sprechi, inquinare meno e ridurre il costo della bolletta o acquisto di combustibile.
Perché il monossido di carbonio (CO) è un gas tossico molto pericoloso, chiamato anche gas killer. E’ inodore e incolore e purtroppo è stato causa di numerosi incidenti mortali. Oltre a questo se è presente, indica una combustione incompleta o non regolare. Valori eccessivi di CO indicano una miscela troppo ‘ricca’, poca aria e troppo gas oppure il contrario troppa aria e poco gas.
La presenza di valori troppo alti di monossido di carbonio (CO) il più delle volte è causata da un eccesso d’aria che provoca una miscelazione non ottimale. Parliamo di un gas velenoso che può, anche in piccole quantità, provocare seri danni e per questo motivo è fondamentale verificare che vi sia, specie negli ambienti chiusi, una corretta areazione normalemente sempre, ma sopratutto se non in presenza di apparecchi stagni. La normativa vigente stabilisce che la misurazione del monossido di carbonio avvenga quando il gas non è diluito.
L’esecuzione di questi controlli deve essere svolta nel massimo della sicurezza, dovendo trattare con gas particolarmente tossiche e anche per questo pericolosi.
Prima di tutto un'azienda in possesso dei requisiti alla lettera C e E ai sensi del D.M. 37/2008.
Atlantis Gemini possiede tutti i requisiti necessari, comprovati dal riconoscimento della camera di commercio di Varese.
Per eseguire l’analisi della combustione delle caldaie è doveroso non solo, avere una strumentazione adeguata, ma avere anche la competenza necessaria per leggere e interpretare quei dati.
Questo perché, non basta un solo valore per indicare l’efficienza o l’inefficienza di un impianto e di un apparecchio in quanto bisogna tenere in considerazione diversi aspetti. I principali sono quelli che riguardano la potenza termica della caldaia, la tipologia di impianto e il tipo di alimentazione.
La prova inoltre varia se sia un apparecchi a gas o biomassa.
I dati necessari per il rilascio e la compilazione del libretto impianto, sono i seguenti:
Ogni regione ha un proprio tempo massimo e normalmente questa periodicità corrisponde anche con la registrazione dell'avvenuta manutenzione a catasto regionale impianti termici.
Ma bisogna ricordare che è previsto nel D.P.R. 74/2013 poi recepito per ogni regione anche con periodicità diverse.
Per le regioni Lombardia e Piemonte, le manutenzioni sono:
Al momento solo su apparecchi a gas o gasolio come previsto dalla UNI10389-1, a breve sarà prevista anche per impianti a biomassa (legna e pellet) appena verà pubblicata la UNI10389-2.
Ma l'analisi diventa necessaria per molti costruttori di apparecchi a biomassa per la tartura degli apparecchi ora mai sempre più performati e sofisticati.
Tuttavia c'è da ricordare che per apparecchi a biomassa è obbligatorio per UNI10683 la prova del tiraggio minimo (prova di sicurezza), anche se la norma non chiarisce per il momento il punto esatto del prelievo e la sua corretta procedura.
L'unico che può predisporre il pozzetto di prelievo fumi, è l'installatore che certifica l'installazione dell'apparecchio e del condotto fumario.
L'assistenza non può eseguire fori nel condotto, in quanto sarebbe manomissione di componente, e non può neppure procedere alla sostituzioni di parti del condotto di scarico, senza ricertificare utta la canna fumaria, diversamente sarebbe manomissione di impianto.
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